Nel mio studio vedo molte neomamme e insieme scopriamo quanti colori ha la maternità.
Le mamme di oggi sono multitasking, capaci, piene di risorse, attive. Si pongono domande – a volte troppe- si mettono in discussione. Ma sono donne che sperimentano una rabbia acuta nei confronti di una società che le ha illuse.
I servizi dedicati alla maternità, oggi, sono molto più all’avanguardia di un tempo. Gli operatori sono competenti e aggiornati, anche grazie ai diversi corsi di formazione che ciclicamente fanno.
“Nessuno mi ha mai detto che sarebbe stato ANCHE così”: è, invece, una frase che spesso circola nella mia stanza delle parole.
Raramente la fatica e l’ambivalenza emotiva trovano uno spazio di espressione nella nostra cultura. Non c’è legittimazione delle emozioni contrastanti della maternità. In Italia, nell’immaginario collettivo, la mamma continua a rievocare l’immagine della Madonna, luminosa e buona.
Eppure noi donne lo sappiamo che non è solo così. Perché diventare madre implica anche affrontare un lutto: è un lutto evolutivo, un punto di non ritorno, un fare i conti con la questione che non saremo più solo donne, figlie.
Non è cosa da poco.
Sono diverse le riflessioni che ho formulato in questi anni di professione, nell’ambito della maternità.
Per chi fosse interessato può trovarlo qui:
Non si parla di depressione post parto, di vissuti disturbanti durante la gravidanza.
Non si parla dei metodi che potrebbero facilitare la risoluzione di queste problematiche e di progetti preventivi.
Non si parla della sofferenza del padre.
Per questo motivo accetto sempre con entusiasmo le interviste che diversi giornalisti mi propongono.
Per onestà, per desiderio di infrangere un tabù, per aumentare la consapevolezza e far sentire le mamme meno sole.
Perché un giorno, proprio una di loro, disse con semplicità una grande verità:
E allora diamo voce, a questi colori.
http://www.glistatigenerali.com/milano/il-parto-una-gioia-ma-anche-un-lutto-bisogna-parlarne/